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L’Ascolto: utilizzarlo come strumento di condivisione con i propri collaboratori

Molti problemi che sorgono in azienda in ambito operativo, spesso derivano da disagi interiori dei nostri collaboratori che esulano da problematiche di specie, ma hanno una radice profonda di disagio interiore alle persone stesse per i più svariati motivi. Se in azienda si ha un ruolo con diversi riporti, è importante avere dei momenti in cui far parlare i propri collaboratori a 360° ,in questo modo, gli stessi si sentono capiti dal loro “Capo”, e il rapporto professionale decisamente migliora facendone aumentare l’autostima che poi si traduce in maggior produttività della persona. Non necessariamente bisogna calarsi nella vita privata della persona, anche perché a volte i disagi sono nell’azienda stessa per problematiche di relazioni tra colleghi che, oggi (soprattutto nel reparto produttivo di un’azienda) essendo di diverse etnie, succede molto spesso. Ho assistito a discussioni piuttosto accese tra colleghi, e operai con datori di lavoro in cui avvertivo immediatamente che l’oggetto di tale diatriba era solo la punta dell’iceberg, ma sotto c’era molto di più. In momenti molto “social” come il “caffè alla macchinetta“ facevo parlare queste persone semplicemente ascoltandole, e non avete idea di come venivano fuori i loro disagi, le loro problematiche sia in azienda che familiari, oltre che economiche che inevitabilmente interferivano poi in azienda creando dei problemi di inefficienza, scarsa concentrazione .

Ho “incassato” tanti grazie, per averli semplicemente ascoltati.

Soprattutto i Manager devono “allenare” l’ascolto (lo vedo spesso poco praticato nelle aziende), non si può, e non si deve solo ed esclusivamente stare “sul pezzo”, quando si avvertono problematiche nei confronti di una persona, bisogna farsi una ”chiacchierata” ed ascoltare. Suggerisco di non intervenire dicendo “io farei così piuttosto che” non esponetevi in tal senso, a meno che non ne siate sollecitati dall’interlocutore, dando semplicemente la vostra opinione .

Anche tra colleghi il comportamento deve essere lo stesso, soprattutto se si fa parte di un team di progetto. Il progetto stesso rischia di avere battute d’arresto sulla “deadline” anche per motivi relazionali.

Problematica più complessa è quando ci si rende conto in fase di “Ascolto” che alla base dei problemi riguardo un proprio collaboratore si “debba fare i conti” con l’invidia. Tale sentimento abbastanza diffuso nel genere umano a vari livelli, se dilaga tra le persone in una certa azienda è il “cancro” che corrode le relazioni interne alla stessa, e che inevitabilmente impattano nelle prestazioni professionali.

Individuati i soggetti più coinvolti in questa problematica, bisogna “lavorare” su di loro usando delle leve per far aumentare la loro autostima ad es: ( dandogli degli obiettivi personali da raggiungere su un determinato progetto, iscrivendolo ad un corso di formazione per accrescere le sue competenze in un determinato ambito, affidargli un incarico in cui si percepisce gli faccia piacere ricoprire ecc….) insomma, non abbandonarlo/a a sé stesso/a.

Ai manager suggerisco ad esempio in ambito commerciale di allineare gli stipendi dei commerciali a pari livello d’assunzione e medesimi frindge benefit, in modo da non alimentare i sensi di invidia, la differenza la faranno sulle prestazioni commerciali dei singoli soggetti legati ai KPI assegnati.

Concludo affermando che “Ascoltare” non sminuisce il ruolo che si ha in azienda, anzi lo valorizza!

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